2011/12/30

(won't you) take my crown...


beeindruckendes teil. ein stück lebensgefühl, mit einer souveränität in den äther gemeiselt, als wäre ein alter meister am werk. archy marshall schüttelt aus dem ärmel, was anderen ein leben lang nicht gelingt. muss er dafür überhaupt genau hinsehen?
hehe... natürlich muss er genau hinsehen. oder lange genau hingeschaut haben. was ist 'talent' wenn nicht das zusammentreffen der sensiblen beobachtungsgabe eines künstlers mit dem urteil eines klugscheißers, dem man (warum auch immer) die autorität zugesteht, dieses etikett 'korrekt' verleihen zu können? wie dem auch sei...
hin und wieder wechselt marshall den namen, unter dem er veröffentlicht: sein scheinbar unbegrenztes vertrauen in das eigene können verrät sein alter wie es ansonsten nur seine langen knochigen finger tun oder seine schlacksige gestalt.

un pezzo impressionante, no? un sentimento, afferrato con la superioritá di un vecchio maestro. di quando in quando archy marshall cambia il suo nome d'arte come se volesse evitare di costruire sulla sua fama (fra l'altro giovane per costrizione) invece che sulla sua musica: forse la autostima enorme di marshall rivela la sua etá meglio di quanto lo fanno le sue dita scarne o la sua figura un po' goffa. sicuramente non la si indovinerebbe da quello che crea.

2011/12/22

sembrava che il mare lo cullasse...






enrique villegas - porgy and bess. lado a (1986) [auf download klicken und dann auf playzeichen, falls er nicht mag...]


'quella notte, nel bel mezzo della burrasca, con quell'aria da signore in vacanza, mi trovò là, perso in un corridoio qualunque, con la faccia di un morto, mi guardò, sorrise, e mi disse: "vieni".

ora, se uno che su una nave suona la tromba incontra nel bel mezzo di una burrasca uno che gli dice "vieni", quello che suona la tromba può fare una sola cosa: andare. gli andai dietro. camminava, lui. io... era un po' diverso, non avevo quella compostezza, ma comunque... arrivammo nella sala da ballo, e poi rimbalzando di qua e di là, io ovviamente, perché lui sembrava avesse i binari sotto i piedi, arrivammo vicino al pianoforte. non c'era nessuno in giro. quasi buio, solo qualche lucina, qua e là. novecento mi indicò le zampe del pianoforte.

"togli i fermi," disse. la nave ballava che era un piacere, facevi fatica a stare in piedi, era una cosa senza senso sbloccare quelle rotelle.

"se ti fidi di me, toglili."

questo è matto, pensai. e li tolsi.

"e adesso vieni a sederti qua," mi disse allora novecento.

non lo capivo dove voleva arrivare, proprio non lo capivo. stavo lì a tenere fermo quel pianoforte che incominciava a scivolare come un enorme sapone nero... era una situazione di merda, giuro, dentro alla burrasca fino al collo e in più quel matto, seduto sul suo seggiolino - un altro bel sapone e le mani sulla tastiera, ferme.

"se non sali adesso, non sali più," disse il matto sorridendo. (sale su un marchingegno, una cosa a metà tra un'altalena e un trapezio) "okay. mandiamo tutto in merda, okay? tanto cosa c'è da perdere ci salgo, d'accordo, ecco, sul tuo stupido seggiolino, ci son salito, e adesso?"

"e adesso, non aver paura."

e si mise a suonare.

[...]

ora, nessuno è costretto a crederlo, e io, a essere precisi, non ci crederei mai se me lo raccontassero, ma la verità dei fatti è che quel pianoforte incominciò a scivolare, sul legno della sala da ballo, e noi dietro a lui, con Novecento che suonava, e non staccava lo sguardo dai tasti, sembrava altrove, e il piano seguiva le onde e andava e tornava, e si girava su se stesso, puntava diritto verso la vetrata, e quando era arrivato a un pelo si fermava e scivolava dolcemente indietro, dico, sembrava che il mare lo cullasse, e cullasse noi, e io non ci capivo un accidente, e novecento suonava, non smetteva un attimo, ed era chiaro, non suonava semplicemente, lui lo guidava, quel pianoforte, capito?, coi tasti, con le note, non so, lui lo guidava dove voleva, era assurdo ma era così. e mentre volteggiavamo tra i tavoli, sfiorando lampadari e poltrone, io capii che in quel momento, quel che stavamo facendo, quel che davvero stavamo facendo, era danzare con l'oceano, noi e lui, ballerini pazzi, e perfetti, stretti in un torbido valzer, sul dorato parquet della notte. Oh yes.'

alessandro baricco, novecento (1994).




alessandro baricco muss sich im namen getäuscht haben. der pianist, der irgendwann in den 40ern mitsamt dem kreuzer, der sein leben lang seine einzige heimat gewesen war, unterging, war wohl nicht jener novecento, der bariccos buch seinen titel gegeben hat. das porgy and bess-tape von enrique villegas jedenfalls klingt, als ob es ein halbes jahrhundert am meeresgrund geschlafen hätte, als ob jeder ton erst die immensen wassermassen durchdringen müsste, um ans tageslicht zu gelangen. unser verwöhntes ohr braucht ein paar minuten, um sich an die schäden zu gewöhnen, die wellen und wirbel an noten und akkorden anrichten.
wenn villegas spielt, gibt er den festen boden unter seinen füßen auf. da ist keine verlässliche basslinie, an der er sich festhält, während er gershwins melodien herbeizaubert wie niemand vor ihm. nur eine einzelne stimme, die eine geschichte zu erzählen hat. und in dieser geschichte aufgeht wie ein raffinierter geschichtenerzähler, sich verliert in ihr - wie novecento mitten im sturm. oh yes.

image: 1

2011/12/15

a ladder up to her mouth...





kann man mit klängen malen, mit geräuschen? eine stimme wie einen pinsel tief in farbe tauchen, sie durch die pechschwarze leere führen und wunderliche formen in den raum hängen, die für die wenigen sekunden ihres lebens kräftig aufleuchten, bis sie wieder ins nichts verschwinden? den dunklen donner wie regentropfen auf stillem wasser langsam stück für stück in die mitternacht tupfen? kann man die schwärze mit zwei handvoll tönen färben, wie es sonst nur kirschene lippen können (wenn sie es denn wollen)?


si puó dipingere con i suoni, con i rumori? colorare l'aria con le labbra? si puó immergere la voce profondamente nel colore come se fosse un pennello, condurrlo attraverso il vuoto, nero come la pece, ad appendere nello spazio forme miracolose che per i pochi secondi della loro vita emettono una luce chiara prima di sparire di nuovo nel nulla? toccare la notte con i tuoni cupi sulla punta delle dita nello stesso modo come le gocce della pioggia penetrano l'acqua calma... una ad una?



active child - way too fast (2011)

famille lela de permet - n'pensheremne e zotrise sate (1991)

stateless - i shall not complain (2011)

a filetta/paolo fresu/daniele di bonaventura - liberata (2011)

björk - mouth's cradle (2004)


images: noil klune

2011/12/11

she pulls your eyes out with a face like a magnet...



watching the detectives. costello's finest, würd ich sagen. schnaubend, stampfend wie eine dampflok im maßanzug. schweißperlen folgen ruckartig dem diktat der schwerkraft, die falten eines selbstsicheren lächelns nachzeichnend. eine lässige handbewegung kippt in ein nervöses zittern, um sich gleich darauf wieder zu fangen. aufgerissene augen, angestrengter blick. und wieder dieses lächeln.
ein zappeliger, junger mann im engen nadelstreifenanzug verfolgt gebannt das stakkato der ereignisse, die seine fiebrige fantasie hervorbringt. in pathetischen gesten beschwört er die abgründe der figuren an seinen fäden. costello balanciert gekonnt. den dampfkessel unter seinen lackschuhen. er wird nicht fallen. he never does.


elvis costello - watching the detectives (live 1983)


das ungetüm von text ist widerspenstig aber charmant. etwas für alle, die schon in der schule gerne gedichte interpretiert haben oder sich vielleicht aufgrund irgendeiner seltenen neurologischen pathologie grundsätzlich gerne den kopf zermartern.

wir sind jedenfalls nicht die einzigen.
eine kostprobe gefällig?


'A few people here have completely missed the content. That's OK, it means the song is well written. This is a song about sexual frustration in the blues/rock tradition with film noir (actually just a cop show, it's the music that sounds film noir) as the metaphor.
The very opening of the song:
"Nice girls, not one with a defect
Cellophane shrink-wrapped, so correct"
Describes looking at a magazine and beoming aroused. The girls are perfect, the magazine comes shrink-wrapped. He's a red dog but she's distracted.
3rd verse is a mind-racing orgasm sequence blending his thoughts with the television.
At first it's his orgasm but she's eventually glad she stayed....
It's a brilliant look into stream-of-conciousness of an otherwise inane event: sex with the TV on.'


__

'angry wife kills cheating hubby's young (underage?) mistress. frames hubby for the murder. the cops interrogate him till he bleeds (heh-heh) and the wife is the only one who knows where the body is. He cries and cries, because he has no idea, but she thinks it's just desserts.
the detectives coming to check if this victim's description matches another missing persons case, the parents' lost little girl.

the wife is watching all of this, and is lauging to herself, because its just like the detective shows on TV, where she learned how not to get caught. It only took her little fingers to put her cheating husband out of her life forever, and get the ultimate revenge. Probably a divorce and all his stuff.


So..wot ya think?'


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'I think this song is about how some girls find violence sexy...'



oder lieber eine interpretation in bildern zur albumversion von 1977?

image: 1

2011/12/03

sadder and sadder still...


instinktives posting. wüsste keinen text dazu. bin gerade durch die stadt gefahren. diesen song im kopf.
müde.


bat for lashes - sad eyes (2006)


image: richard learoyd - presences (2007)